Storia - Consulta dei Senatori del Regno-Consulta dei Senatori del Regno

Storia

Le origini della Consulta
I Senatori del Regno, pur estromessi dall'ordinamento della Repubblica Italiana, ma non decaduti dalla loro qualifica a vita essendo stati nominati al laticlavio per titoli validi sotto qualsiasi regime, prefissisi lo scopo di porre ancora, disinteressatamente, la loro lunga esperienza al servizio della Patria, la domenica 5 giugno 1955, ricorrenza celebrativa della Festa dello Statuto, si riunirono in Gruppo Vitalizio quale detentore legittimo dello spirito insito nella tradizione più pura del Senato del Regno.
    Successivamente, di fronte alla fatale legge di natura limitante il decorso della vita umana, progressivamente riducendosi il numero, ormai esiguo, di questi Senatori, «per non lasciare disperdere quella comunanza di intenti, di principi, di sentimenti che li unì nel tempo in cui essi degnamente servirono i più alti interessi della Nazione», attorno al loro originario nucleo gli stessi Senatori del Regno, con DELIBERAZIONE 11/11/1958, costituirono per cooptazione una CONSULTA MONARCHICA con persone scelte ai sensi dello STATUTO ALBERTINO, art. 33.
La nascita
Successivamente ancora, l'11 novembre 1965 i Senatori del Regno hanno approvato la DELIBERAZIONE normativa concernente la unificazione del GRUPPO SENATORI DEL REGNO e della CONSULTA MONARCHICA in unico CORPO VITALIZIO, che ha assunto la denominazione di «CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO».
La CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO, sia pure su un piano ridotto per circostanze contingenti, può esprimere ancora  principi e valori, se nei suoi componenti sono rappresentati gli eminenti servizi resi alla Nazione. Così, essa si prefigge compiti di esame e di studio di problemi e di questioni di diritto pubblico, di economia, di politica estera ed interna, nell'intento di portare ogni contributo all'avviamento della loro soluzione.
Gli scopi
 Il Consiglio di Presidenza della Consulta, nella seduta dell'11 gennaio 1969, ha deliberato di adottare i seguenti provvedimenti a norma dell'art. 2 del vigente Regolamento:
a) è opportuno che la Consulta faccia udire la sua voce al Paese su pochi ma i più importanti problemi di interesse nazionale, specialmente quelli connessi con le leggi che vengono discusse in Parlamento;
b) a questo fine è necessario potenziare la diffusione dell'organo di stampa della Consulta - oramai giunto al suo decimo anno di attività nel mondo monarchico - e la pubblicazione di saggi, da diramare alle Personalità del settore politico ed economico-sociale, evitando ogni posizione polemica;
c) le Commissioni permanenti della Consulta dovranno preparare ed esaminare gli elaborati predisposti dai componenti delle stesse Commissioni e quindi i risultati trasmessi, per l'approvazione, al Consiglio di Presidenza.
I Valori
 Uno dei suoi storici Presidenti del passato, il Prof. Giuseppe Ugo PAPI, nel discorso inaugurale dell'Assemblea riunita il 23 novembre 1968 per la celebrazione del Cinquantenario della Vittoria di Vittorio Veneto, dopo avere ricordato che «esistono valori umani e sociali, che si chiamano individuo, famiglia, terra d'origine, comprensione dei bisogni altrui, i quali hanno subìto il vaglio di molteplici generazioni», ha affermato che: «malgrado gli ormai lunghi anni, che attraversa il nostro Paese, fra l'incertezza, lo sbandamento, la negazione avventata di tutto ciò in cui si è creduto, questi valori umani rimangono intatti in molti strati della popolazione italiana. In primo luogo rimangono vivi in questa Consulta, per la tradizione che essa rispetta, per gli indirizzi di pensiero che essa persegue. E per ogni italiano acquistano enorme portata. Tenere in vita questi valori, custodirli, difenderli anche attraverso iniziative di cultura, costituisce un compito nobile di questa Consulta che - nei momenti più salienti della vita della Nazione - può anche pronunciare, come ha fatto - al di fuori e al di sopra di qualsiasi interesse di parte - una parola sollecita unicamente del bene del Paese ».
    E pertanto la Consulta ha l'alto impegno di continuare, «nel pensiero e nello spirito il Senato del Regno, fiera di svolgere, senza presunzione e per quanto possibile, la sua opera per il bene dell'Italia».
(Giulio Toesca di Castellazzo,
“La Consulta dei Senatori del Regno”, Roma, 1969)
La Consulta oggi
Oggi la Consulta dei Senatori del Regno è presieduta dal Prof. Aldo Alessandro Mola, insigne storico che tanto lavoro ha svolto per la divulgazione della storia anche monarchica, stravolta od emarginata dagli "storici di regime".
Fanno parte della Consulta dei Senatori del Regno, oltre a illustri personaggi del mondo della cultura, le LL.AA.RR. le Principesse Maria Gabriella di Savoia, figlia terzogenita del Re Umberto II, e Silvia di Savoia, Duchessa vedova di Savoia.

 
Nelle foto: S.A.R. la Principessa Maria Gabriella di Savoia con il Presidente della Consulta dei Senatori del Regno Aldo Mola e Gianni Stefano Cuttica, Segretario della Consulta; le LL.AA.RR. i Principi Amedeo e Silvia di Savoia con il Presidente della Consulta, il Segretario e l'allora vice presidente Sandro Cremonte Pastorello a Vicoforte (Cn), in occasione del trentennale della scomparsa del Re Umberto II; il già Capo della Real Casa di Savoia, il Principe Amedeo di Savoia, Duca di Savoia (1943-2021), con il conte Alessandro Cremonte Pastorello di Cornour (che fu Vicepresidente della Consulta dei Senatori del Regno).

sulla Consulta e il Senato del Regno v. ALDO PEZZANA, Gli uomini del Re. Il Senato durante e dopo il fascismo, ed. Bastogi, Foggia, 2001.